Caso Uijtdebroeks, alcune fonti rivelano che il belga veniva “bullizzato” dagli altri membri della Bora – La squadra nega le accuse
Il caso Cian Uijtdebroeks continua a tenere banco nel mondo del ciclismo e vede aggiungersi nuovi capitoli ogni giorno. L’ultimo di questi arriva dai media neerlandesi e riporta accuse piuttosto pesanti nei confronti dei componenti della Bora-hansgrohe. Secondo quanto affermato dal giornalista Thijs Zonneveld nel podcast di AD In het Wiel, infatti, il giovane talento belga sarebbe stato praticamente bullizzato da diversi membri del team, in particolare nel corso dell’ultima Vuelta a España. Accuse che, se confermate, potrebbero giustificare la scelta del classe 2003 di lasciare la squadra tedesca per unirsi alla Visma | Lease a Bike.
“Diverse fonti affermano che Uijtdebroeks era una sorta di emarginato alla Bora – le parole di Zonneveld – È stato trattato come una specie di nerd dagli altri corridori, ma anche dai team leader. Questo perché era molto fanatico su certe cose. Pesava il cibo, non pensava che la sua bici da cronometro fosse abbastanza aerodinamica, non pensava che il suo abbigliamento fosse abbastanza buono, quindi ha comprato lui stesso dei calzini diversi”.
“Pensavano che fosse troppo fanatico – ha ribadito il giornalista – Era come qualcuno al liceo che ha preso una A perché ha studiato bene, solo per sentirsi dire: ‘Oh, hai preso di nuovo una A?’ È stato vittima di bullismo. Ad esempio, durante la Vuelta c’era anche un gruppo ‘Anti-Cian’ sull’app, senza lui dentro, per poter spettegolare su di lui. È davvero troppo infantile. Non si sentiva affatto a casa in quella squadra”.
La Bora-hansgrohe ha però respinto con forza queste accuse per bocca di uno dei suoi direttori sportivi, Bernhard Eisel: “Lo posso negare al 100%. Assolutamente no. Soprattutto da parte mia e da parte dei corridori”, ha dichiarato l’austriaco a GCN negando inoltre che Uijtdebroeks abbia ricevuto scarso appoggio alla Vuelta (come invece lamentato dallo stesso corridore): “Aveva un team che si occupava di lui, Aleks Vlasov aveva il suo team che si occupava di lui e, dal mio punto di vista, hanno fatto un lavoro incredibile per proteggerlo. Abbiamo fatto tutto il possibile per lui“.
“Onestamente sono stanco di tutta questa faccenda – ha aggiunto Eisel – Direi che lo sforzo per lui è stato tre volte maggiore rispetto a quello richiesto per Aleks nel ruolo. Dal punto di vista professionale riguardo al supporto, era al 100% per lui in gara. Non sono disposto ad aggiungere altro. Abbiamo fatto quello che potevamo e basta”.
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